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La festa che celebra il ricordo del santo martire Vardan

Newsletter di Yisca Harani, Traduzione dall'ebraico di Rebecca Galante



La storia di un eroe che ha combattuto in nome di Gesù e del popolo armeno contro il Dio della luce e delle tenebre ... (I persiani zoroastriani) E inoltre,ha aiutato la comprensione del mosaico sul pavimento della cappella armena nel santo sepolcro.


Vardan il santo martire! Correva l’anno 451 e l’esercito armeno guidato da Vardan Mamikonian combatteva coraggiosamente nella zona compresa tra il lago Van e il lago Urmia, oggi rispettivamente in Turchia e in Iran. La battaglia di Avarayr,prende il nome dal luogo geografico in cui avvenne. Nipote del famoso patriarca Sahek nonche’ figlio del generale dell’esercito armeno, Vardan scelse la carriera militare e trovo’ la morte sul campo di battaglia.



Manoscritto illustrato: La battaglia di Avarayr

Ogni armeno conosce la battaglia di Avarayr,nonche’ il motivo della guerra che ha causato la morte del valoroso generale. Nonostante la sconfitta e la morte di Vardan,questa battaglia rappresenta una tappa cruciale per il riconoscimento del cristianesimo armeno perche’ pochi anni piu’ tardi,nel 484, i persiani garantiranno agli armeni la liberta’ di professare il cristianesimo. Bisogna aggiungere che aver reso il cristianesimo religione tollerata e ufficiale,favorita persino all’interno dell’impero romano, appariva come una minaccia agli occhi dell’impero persiano. Quest’ultimo infatti, tentava di costringere gli armeni ad accettare lo zoroastrismo visto che la strategia dei persiani era assicurarsi la lealta’degli armeni nei confronti dell’impero. Come ci insegna la storia,minoranze che professano una religione diversa hanno piu’possibilita di sollevare una ribellione contro il sovrano o attuare richieste di separatismo pertanto e’ meglio che vengano assimilate. E’auspicabile che all’interno dell’impero,tutti professino lo stesso credo del sovrano. Fu proprio questo il caso dei barbari tedeschi che si convertirono alla religione dell’impero romano (e in seguito furono assimilati nell’Europa cristiana),cosi come delle tribu’ arabe al confine tra il Limes della penisola Arabica e il Limes della Palestina (che si convertirono al cristianesimo). Vale la pena volgere lo sguardo anche ai regni arabo-cristiani di Hira (al-Ḥīra) e Ghassān confrontando le storie con quelle delle tribu’beduine nel deserto di Giudea raccontate dai monaci bizantini come Cirillo da Scitopoli.Vardan si trovava nella Persia sassanide prima della battaglia, e li fu costretto a praticare la religione persiana:lo zoroastrismo. Una volta tornato nel suo paese,rinnego’la religione che gli era stata imposta e inizio’una battaglia ideologico-religiosa. La battaglia di Avarayr cosi come la morte di Vardan fanno parte della guerra santa: battaglia per la fede,guerra per la nascita del cristianesimo armeno. Vardan e’stato ucciso,non Gesu’! Gli armeni hanno subito la sconfitta della guerra ma non hanno perso la fede. Non sorprende che Vardan abbia ottenuto un posto di rilievo nelle chiese armene, a lui e’ dedicata la cattedrale armena di New York. Lo troviamo anche nel Santo Sepolcro, nella cappella a lui dedicata e nella cappella dedicata a Gregorio Illuminatore (vicino alla cappella del ritrovamento della croce): indossa l’armatura con la spada e tiene in mano le sacre scritture. Nell’immagine Vardan riceve le sacre scritture dal nonno, il patriarca Sahak (Isacco).


Nella cappella di Vardan nel Santo Sepolcro,lo vediamo in un rilievo di marmo dedicato al guerriero che appare nella sua piena gloria con l’elmo e la spada.


Ristrutturazione della cappella di Gregorio Illuminatore



All’inizio del 2019 sono stati avviati importanti lavori di ristrutturazione,pulizia e sostituzione del pavimento nella cappella di Gregorio Illuminatore. La dottoressa Nirit Shaliv Kalipha ha pubblicato un volume dove illustra I motivi della ristrutturazione e spiega le tematiche delle rappresentazioni e iscrizioni che si trovano nella cappella.


Per facilitare il lavoro delle guide ho riprodotto la griglia del mosaio che si trova sul pavimento centrale. Il mosaico e’ stato realizzato dall’artista israeliana Hava Iafeh negli anni Settanta del XX secolo, su richiesta del patriarcato armeno e sotto la direzione del vescovo Gurech. Il vescovo Gurech e’ stato un grande maestro e ammiratore della storia armena e di Gerusalemme. Ho avuto la fortuna di imparare da lui i segreti della religione armena descritti nella chiesa del Santo Sepolcro. Nel mosaico a pavimento della cappella di Gregorio Illuminatore ci sono 9 medaglioni




Nella fila centrale si trovano le chiese piu’importanti in Armenia per la religione armena: Etchmiadzin (la sede centrale della religione armena), Ripsime e Gayane sui due lati. La fascia superiore rappresenta la chiesa di Svarnots che si trovava nella capitale armena e secondo i resti archeologici si trattava di un imponente edificio molto bello. Si distingue per la sua forma circolare (stesso stile della chiesa nella fascia inferiore dietro l’Arca di Noe). Sui lati di Svarnots ci sono i due monasteri che portano i nomi dei discepoli di Gesu’che arrivarono in Armenia per diffondere la parola cristiana: monastero di Bartolomeo e di Taddeo.Al centro della riga inferiore troviamo il simbolo mitologico armeno: le due punte del monte Ararat (montagna vulcanica le cui cime raggiungono i 4000 e i 5000 metri). Al lato delle cime dell’Ararat troviamo i monasteri di Karpat (distrutto in territorio turco) e Showakat.

Alla base del mosaico troviamo l’arca di Noe’ con su un arcobaleno cosi come scritto nella bibbia: “E nel settimo mese, il decimosettimo giorno del mese, l’arca si fermò sulle montagne di Ararat.” (Genesi 8,4). “E avverrà che quando avrò raccolto delle nuvole al disopra della terra, l’arco apparirà nelle nuvole, e io mi ricorderò del mio patto fra me e voi...” (Genesi 9, 14-15) Un attento osservatore notera’ Mose’ allargare lo sguardo all’orizzonte e al suo fianco...la moglie!




Date uno sguardo agli animali raffigurati intorno al mosaico, troviamo: una coppia di pavoni, una coppia di volpi, una coppia di conigli, una coppia di anatre e persino una coppia di pesci (anche loro si trovavano nell’Arca?)- come riportato ”D’ogni carne in cui e’ alito di vita venne una coppia a Noe’ nell’arca” (Genesi 7,15).




Mi rimane difficile immaginare tutte le povere bestie che uscirono dall’arca “E in capo a quaranta giorni, Noè apri la finestra che avea fatta nell’arca” per festeggiare la liberazione, sacrificate su un altare “prese d’ogni specie d’animali puri e d’ogni specie d’uccelli puri, e offrì olocausti sull’altare.” (Genesi 8,20). Avrei preferito un finale vegetariano... Secondo i testi sacri cristiani (prefigurazione), il significato del diluvio universale e’ positivo perche’ simboleggia il battesimo dei credenti: cosi come escono gli animali dall’arca,gli uomini si purificano dal peccato originale attraverso il battesimo e si troveranno di nuovo nel diluvio universale nel giorno del giudizio! Leggiamo infatti dal nuovo testamento: ”...nei giorni di Noe’, mentre si fabbricava l’arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell’acqua.Quest’acqua, come immagine del battesimo, ora salva anche voi”(1 Pietro 3,20-21). Nonostante la storia che racconta la salvezza dell’arca e del genere umano grazie al suo approdo su un posto sicuro, alla base del mosaico, troviamo una iscrizione che ci ricorda una tempesta diversa, terribile, accaduta durante la prima guerra mondiale nei villaggi intorno all’Ararat. Dopo questa tempesta non e’ apparso un arcobaleno nel cielo: il genocidio armeno ha sterminato 1/3 della popolazione,che se non fosse scappata dai turchi, si sarebbe certamente estinta del tutto! Cosi recita l’iscrizione:



In ricordo delle migliaia di armeni ammazzati durante la prima Guerra mondiale.

Il mosaico fu realizzato durante I giorni del Catholicos ((capo vescovo e leader spirituale di tutti gli armeni) di tutti gli armeni Vasgen I e del patriarca di Gerusalemme Derderian. Fu inaugurato nel 1975.


La ricorrenza più popolare con doppio carattere religioso e nazionalistico, è la Festa di Vartanants, che di solito cade nel mese di febbraio, il giovedì precedente la Quaresima.

È il simbolo della coscienza, della fede e della ribellione generale degli armeni contro la tirannia; del loro sforzo per preservare la propria identità e libertà. È la testimonianza dei loro infiniti sacrifici e del loro martirio volontario e cosciente.


È con doppia emozione e doppio significato, che mentre si dirigono verso la cappella di Vardan, gli armeni camminano sul pavimento che ricorda il loro genocidio.


Ma finché il loro clero continuera’ a celebrare- continuera’ a fare onore al loro stimato eroe - San Vardan e il suo spirito

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